Libri di cucina e atti di responsabilità
Il resoconto della prima chiacchierata di CCULINARIA e la bella serata di presentazione che è stata.
Se non hai tempo di leggere, puoi ascoltare il racconto qui:
Giovedì scorso abbiamo finalmente aperto le porte di CULINARIA!
E’ stata una serata stupenda con un’atmosfera meravigliosa che ancora mi risuona dentro.
Abbiamo finalmente svelato l’angolo dedicato ai libri, una selezione attenta e curata di titoli di cucina vegetale, di ricerca culinaria, romanzi gastronomici, di storia del cibo, capolavori fotografici e illustrati con ortaggi come protagonisti.
Da autrice, in tanti anni mi sono trovata ad organizzare eventi di presentazione in luoghi in cui parlavamo di cibo ma la cucina non era mai presente, oppure viceversa, portavo il libro in spazi destinati ad assaggiarlo, ma che non erano invece adatti alla vendita e alla distribuzione letteraria. Un bel dilemma; soprattutto considerando che il mercato editoriale è un settore già di per sé di nicchia e non avere un riscontro commerciale dopo tanto lavoro non è sostenibile per nessuno a partire dall’autore o autrice, passando per la casa editrice, fino alla libreria.
E così nel tempo, si è fatta strada l’idea di creare uno spazio che potesse unire questi due mondi e farlo in modo curato e intelligente.
Quando Mutty, ad inizio anno, mi ha contattata per una collaborazione, non ho avuto dubbi di proporre questo progetto che trova, nel loro meraviglioso spazio tra libri, cucina, mostre ed eventi, il luogo perfetto in cui prendere forma.
Certo, in tutte le librerie è presente un angolo dedicato ai libri di cucina, e in quelle più grandi addirittura una vera e propria stanza colma di titoli. Ma l’impressione, il più delle volte, è che si siano “svuotati” i cataloghi delle case editrici di punta senza una vera e propria curatela pensata.
Credo invece ci sia molta importanza, e anche una profonda responsabilità nella scelta di cosa ordinare e vendere, sicuramente lo è quando si parla di cibo.
E’ un argomento così quotidiano da essere, troppo spesso, dato per scontato. Invece io credo profondamente che il cibo sia la scelta da compiere ogni giorno per fare una piccola ma immensa rivoluzione. Possiamo davvero fare la differenza scegliendo cosa acquistare, dove acquistarlo e come cucinarlo. E i libri di cucina e divulgazione culinaria hanno un ruolo molto importante nel trasmetterci valori, ispirare e spiegare come mettere in pratica intenti che spesso non si sanno canalizzare.
Ecco perché selezionare attentamente una libreria culinaria è un atto di responsabilità e una presa di posizione importante; significa rendere accessibili titoli determinanti e trasmettere messaggi di valore.
Giovedì sera mi sono seduta con Mariachiara Montera, Myriam Sabolla e Gianluca Biscalchin a parlare proprio di questo in un salotto animato, brillante e arguto che ha tenuto la platea in silenzio per oltre un’ora. Abbiamo affrontato i temi della responsabilità della scrittura culinaria, di titoli immancabili, di divulgazione, di fotografia, di illustrazioni e ricette.
Il paradosso da cui siamo partiti è che in Italia si leggono pochissimi libri in generale. Nonostante si parli di cibo in continuazione e ci sia un vero e proprio fanatismo gastronomico, la categoria culinaria si annovera tristemente tra le ultime del panorama editoriale. Nel mondo anglosassone invece, dove senza dubbio si cucina molto meno, si vendono moltissimi libri di ricette e da decenni ormai la qualità editoriale di questa categoria è assolutamente meravigliosa e di grande ispirazione.
Il motivo di questo divario è da ricondurre a molteplici fattori: sicuramente una buona dose di presunzione gastronomica derivante da una profonda convinzione che le doti culinarie di nonne, mamme e zie dello Stivale siano assolutamente insuperabili e in un certo senso insuperate. In linea generale, di libri che ci spiegassero cosa e come cucinare ne abbiamo sempre sentito poco il bisogno; unica eccezione il monolite biblico presente in quasi tutti gli scaffali d’Italia che fino a non tanto più di una quindicina di anni fa era il riferimento italiano assoluto in ambito culinario: “Il cucchiaio d’argento” (che per inciso esiste ancora).
Da un po’ di tempo però la situazione è cambiata e - per fortuna, aggiungerei -continua a migliorare; ci sono sempre più autori e autrici italiani che scrivono di cibo, case editrici che fanno libri di settore sempre più belli e illuminati, riviste e giornali con una certa profondità divulgativa, oltre che articoli, newsletter, podcast. Questo perché le nuove generazioni, in cui sia chiaro, includiamo anche noi stessi, si sono via via distaccate da quell’ala conservatrice casalinga e si sono interessate alla storia, alle storie dei piatti che portiamo in tavola; hanno iniziato a porsi domande di carattere etico su cosa e come mangiamo.
Gli autori e le autrici che hanno iniziato a dedicarsi all’ambito culinario, chi venendo dalla cucina, chi dal giornalismo, hanno sentito la responsabilità di quello che mettevano su carta per il suo valore temporale quasi anacronistico di questi tempi; in un mondo di contenuti a fruizione fulminea che siamo abituati a “mangiare” (perdonate il gioco di parole) ogni minuto delle nostre giornate, la carta rimane, è autorevole, è continuamente riconsultabile.
I libri di cucina sono oggetti meravigliosi da leggere e sfogliare e su cui ritornare di tanto in tanto, con fotografie eloquenti e altrettanto cariche di responsabilità e illustrazioni che arricchiscono il messaggio. Ognuno di noi affronta il libro di cucina in modi diversi, chi lo legge da pagina 1 alla fine, chi saltella tra le ricette a seconda del momento, chi cerca storie, chi sperimenta ricette; è uno strumento prezioso per affrontare un’attività quotidiana inevitabile e possibilmente carico di ispirazione per migliorarla, sotto diversi punti di vista. Ci sono libri che sono in grado di rivoluzionare il nostro pensiero, altri da cui prendiamo solo una salsa, altri ancora a cui attingiamo per le occasioni speciali, magari quando abbiamo ospiti a cena e vogliamo dedicargli un regalo e un’attenzione importanti.
E’ un panorama che si sta continuando ad arricchire di spunti e pensieri preziosi eppure c’è ancora spazio per parlare di temi che fino ad oggi sono stati poco esplorati. Credo che giovedì sera, tra le menti coinvolte, si sia fatto un brainstoarming così prezioso, che qualunque casa editrice all’ascolto avrebbe pagato per sentire. Da una cucina più inclusiva, a ricette per tutte le età, passando per una sostenibilità più realistica e meno idealizzata, a una rottura più convinta di cliché superati sulla cucina tradizionale fino ad una maggior attenzione delle provenienze storiche dei prodotti alimentari e dei piatti che conosciamo.
Abbiamo smesso di parlare perchè le tempistiche ci hanno richiamato all’ordine, ma saremmo potuti andare avanti ancora, tra riflessioni argute, citazioni brillanti, battute e risate. Ma nello splendido giardino adiacente la libreria, sotto agli alberi adornati di lucine calde, ci aspettavano altre sorprese: ilaria.i è venuta a colorare la serata con i suoi piatti decorati e ha perfino preparato un piccolo omaggio per i nostri ospiti, una ciotolina personalizzata per CULINARIA. E l’azienda agricola Pernigo ci ha deliziati con delle tisane di erbe e omaggiati con dei sacchettini di lavanda, oltre a far conoscere agli ospiti tutta la sua linea di prodotti che va dagli oli extravergini di oliva, sciroppi di lavanda, miele e gin aromatici.
Infine ci aspettava la cucina di Mutty con una cena interamente a base vegetale che ha stupito tutti: un’idea decisa e contemporanea di come le verdure possano essere un protagonista nobile e interessante in ogni portata, gusto umami estremamente curato e appagante, autoproduzione di tutte le preparazioni, dalla crema di mandorle fermentate, all’aglio nero. Peperoni arrostiti, porri stufati, zucche alla brace con crema di mandorle fermentate, alghe wakame e shichimi togarashi erano solo alcuni dei protagonisti. Gli spaghetti con sugo di nettarine e olio all’aneto sono stati tra le portate più interessanti, con un’acidità e una dolcezza che solo i pomodori più buoni sanno avere; un’incredibile scoperta e la più degna conclusione di una serata splendida.
Ah, quasi mi dimenticavo di annunciarvi il prossimo evento in programma che vi consiglio di segnare perché sarà pazzesco:
24 ottobre ore 18:00, sempre da Mutty parleremo di cucine tradizionali in storie di emigrazione con Emiko Davies che presenterà il suo ultimo libro Gohan, cucina giapponese di casa e Saghar Setareh (@labnoon) autrice di Melograni e Carciofi, entrambi pubblicati in Italia da Slow Food Editore.
Vi aspettiamo,
Valentina e il team di Mutty